Gli alberi ostacolano la diffusione del 5G
La denuncia di Oasi Sana: "Perciò li abbattono, sarà un'ecatombe"
Vi sarà capitato di assistere – nell’ingenua
indifferenza – alla “potatura” di alberi lungo qualche viale
cittadino,al ridimensionamento del verde pubblico, magari quel poco che
resta nelle cementificate città, ed anche all’abbattimento di arbusti
secolari. Forse per stagione, forse per malattia, qualcuno per intralcio
alle opere di urbanizzazione.
Se, però, il fenomeno interessa non solo una città, una
regione, la nazione intera, la nazione confinante ma si estende anche
oltreoceano, viene da chiedersi il motivo per cui questi alberi si siano
“ammalati” tutti insieme, contemporaneamente, se non addirittura porsi
qualche dubbio (o forse più di uno) e tentare di capire cosa stia
accadendo.
La risposta, o almeno un’interpretazione, ha provato a
darla il sito d’informazione “Oasi Sana” dopo studi, ricerche e
inchieste attraverso le voci di uomini di scienza citando fonti di
professionisti non schierati e lontani da ogni etichetta di
complottismo: gli alberi vengono abbattuti perché rappresenterebbero un
ostacolo al 5G, la nuova tecnologia di trasmissione dati e
telecomunicazione.
Il fenomeno, nonostante le proteste ecoambientaliste,
gli scioperi – che in realtà sono manifestazioni – e la settimana per il
futuro di rilevanza mondiale(Week for future), nonostante Greta
Thunberg non proferisca parola al riguardo, così come sulla Terra dei
Fuochi, è largamente preoccupante in Italia tanto che sono sorti
comitati in varie città italiane come racconta proprio l’inchiesta di
Oasi Sana a firma di Maurizio Martucci: a Prato, i dimostranti sono
scesi in strada al grido di “PIU’ ALBERI, MENO ANTENNE”; a Roma il
Comitato Stop 5G Cerveteri ha chiesto al Sindaco di chiarire
sull’abbattimento degli alberi secolari. Di contro, il Primo cittadino
della città – famosa per la presenza della Necropoli della Banditaccia,
uno dei più importanti siti etruschi del Lazio – ha provato a spiegare
accusando di complottismo i difensori dell’ecosistema (come se questo
non fosse anche del Primo cittadino, ndr) – ipotizzando la
responsabilità della Giunta Raggi del contemporaneo abbattimento di
piante annunciato addirittura in 60mila unità a Roma. In Abruzzo le
Mamme Stop 5G hanno invece portato i loro figli nei parchi per farli
abbracciare agli alberi.
Oasi Sana, attraverso il docente di fisica collaboratore
alla Statale di Milano ed esperto dei problemi legati all’inquinamento
elettromagnetico Andrea Grieco, chiarisce nell’inchiesta pubblicata sul
loro sito internet il modo per cui gli alberi rappresentano un “nemico”
per la propagazione del segnale 5G: “L’acqua, di cui in genere sono
ricchi gli alberi e le piante, assorbe molto efficacemente le onde
elettromagnetiche nella banda millimetrica. Per questo motivo
costituiscono un ostacolo alla propagazione del segnale 5G. In
particolare le foglie, con la loro superficie complessiva elevata,
attenuano fortemente i segnali nella banda UHF ed EHF, quella della
telefonia mobile. Gli effetti biologici sono ancora poco studiati, però
alcune ricerche rilevano danni agli alberi e alle piante sottoposte a
irraggiamento da parte delle Stazioni Radio Base (le antenne disseminate
sui tetti dei palazzi). Le inesplorate microonde millimetriche dalle
mini-antenne 5G (senza studio preliminare sugli effetti per l’uomo,
nonostante le radiofrequenze siano possibili cancerogeni per l’Agenzia
Internazionale per la Ricerca sul Cancro) – leggiamo sempre
nell’inchiesta di Oasi Sana – trovano nell’acqua e negli alberi un
ostacolo nel trasporto dati, non avendo il segnale del wireless di
quinta generazione lo stesso campo elettrico né la stessa penetrazione a
lungo raggio dei precedenti standard 2G, 3G e 4G. In pratica, l’albero
funge da barriera. Le foglie dell’albero assorbono lo spettro di banda
del 5G, impedendone l’ottimale ricezione del segnale emesso dalle
mini-antenne”.
Concludendo, secondo Oasi Sana “gli alberi di alto fusto
sono un intralcio, un vero e proprio ingombro per la diffusione del
segnale elettromagnetico del 5G che, irradiato dai lampioni della luce,
non sarebbe recepito a terra dai nuovi Smartphone”, tesi cui sembrano
convergere anche altri studi come quello di ‘Ordance Survey’ e quelli
dell’Istituto per i sistemi di Comunicazione dell’Università di Surrey a
Guildford in Inghilterra.
Se esistono studi condotti sull’effetto del 5G su alberi
e piante, non esistono – e se esistono non sono ancora stati pubblicati
– studi circa gli effetti che questa nuova tecnologia potrebbe avere
sulla salute degli esseri umani.
In data 27 febbraio 2019 è stata presentata
un’interrogazione parlamentare dal senatore del Gruppo Misto Saverio De
Bonis in cui l’esponente politico ricorda all’ex ministro della Salute
Giulia Grillo e al (riconfermato) ministro per l’Ambiente Sergio Costa
che l’O.M.S. ha classificato Rf-Emf come «possibile cancerogeno per
l’uomo» e studi più recenti hanno suggerito effetti riproduttivi,
metabolici e neurologici di Rf-Emf, che sono anche in grado di alterare
la resistenza agli antibiotici batterici. Uno degli studi più ampi, a
cura del programma nazionale di tossicologia degli Usa (National
Codicology Program) ha dimostrato un aumento significativo
dell’incidenza del cancro cerebrale e di tumore al cuore negli animali
esposti a campi elettromagnetici anche a livelli inferiori a quelli di
cui alle attuali linee guida della Commissione internazionale sulla
protezione dalle radiazioni non ionizzanti chiedendo di conoscere “quali
iniziative i Ministri intendano assumere per evitare che l’esposizione
superi i nuovi standard di esposizione massima totale dell’Unione
europea su tutti i campi elettromagnetici per proteggere i cittadini, in
particolare i neonati, i bambini e le donne in gravidanza e quali
iniziative intendano adottare per definire standard di esposizione
massima totale sicuri per la salute dei cittadini non dimenticando la
tutela ambientale”.
Per ora è solo certo che lo Stato incasserà entro 4
anni, 6 miliardi 550 milioni 422 mila 258 euro, molto al di là delle
previsioni della legge di Bilancio 2018 che ipotizzava entrate per 2,5
miliardi.
Forse la risposta è proprio questa.https://www.jpress.it/rubriche/ambiente/gli-alberi-ostacolano-la-diffusione-del-5g/
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