A volte ritornano: De Mita e Pomicino vogliono ricostruire la DC
L’intramontabile Ciriaco De Mita fa sul
serio e si pone a guida del progetto pilota per il futuro, ma con lo
sguardo rivolto al passato. E perché il progetto possa funzionare si
affida ad un coetaneo navigato: nientedimeno che Paolo Cirino Pomicino.
Riuniti nell’hotel Sakura di
Castellammare di Stabia, i due ex democristiani (anche se come dice
Cirino Pomicino “democristiani lo si è per sempre”) tentano di rifondare
la nuova Dc con il preciso obiettivo di essere già presenti nelle
piazze per le prossime elezioni Regionali in Campania.
Un movimento nuovo, forse addirittura un
partito che punti a riappropriarsi di quell’elettorato rimasto orfano
dei valori dello scudo crociato che non ha trovato seguito né
successori. Una formazione moderata, centrista, ancorata nel
popolarismo capace di passare il testimone “dai padri ai figli di” e che
attecchisca innanzitutto proprio in Campania, terra fertile di “una
pluralità di intelligenze che può dare vita a questo soggetto politico e
perché nella nostra regione è forte il desiderio di recuperare tale
memoria storica” come ammette il Sindaco di Nusco (AV).
Memoria storica che affonda le radici in
personaggi come don Luigi Sturzo, storico fondatore del partito dallo
scudo crociato, chiedendosi “cosa avrebbe fatto oggi, come si sarebbe
comportato davanti ai problemi di oggi”.
“La verità – come diceva Bacone – è
figlia del tempo” e don Sturzo non è sopravvissuto ai tempi (e ai
problemi) della Prima Repubblica: a sostenerlo sono due quasi centenari
(Ciriaco De Mita 91 anni e Cirino Pomicino 80) che tra le (poche) cose
certe vedono senz’altro “quella di capire chi è cresciuto mentre alla
Farnesina sedeva gente come Alcide De Gasperi, Pietro Nenni, Amintore
Fanfani, Gaetano Martino, Aldo Moro, Giuseppe Saragat, Giulio Andreotti e
oggi fa fatica a vedere nei panni di ministro degli Esteri chi confonde
il Cile con il Venezuela”. Quindi anche i “demitiani” ed i (neo)
democratici cristiani si pongono come antitesi e avversari della
formazione grillina, sempre più sola ed isolata anche da quel Pd
compagno di ventura ovunque, eccetto (o non ancora) in Campania.
Un’idea che è più di un progetto
destinato a non rimanere un “affare” soltanto locale se si pensa che,
prima che i “big” si dessero appuntamento al Sakura, il 14 ottobre
scorso, si erano incontrati già al teatro Carlo Gesualdo di Avellino in
occasione dell’inaugurazione della Fondazione Fiorentino Sullo a 100
anni dalla nascita del deputato della Dc, organizzata dal (quasi ex)
forzista Gianfranco Rotondi. In tale occasione, proprio il deputato
irpino aveva auspicato per il nuovo soggetto politico il
compito orientare i cristiani, rappresentare i laici democratici, i
liberali e i riformisti spingendoli all’impegno nelle istituzioni e
incarnando l’alternativa alla Destra verso cui vede impossibile ogni
dialogo. Disegno palesato alla fine di una lectio magistralis tenuta
nientemeno che dal premier Giuseppe Conte nella cui persona proprio
Rotondi vede l’”uomo giusto”, non facendo mistero di aver più volte
indicato proprio Conte come Premier, votando(gli) sempre la fiducia.
Quella fiducia che sembra essere costantemente compromessa nonostante
provenga da due forze politiche che hanno tutto l’interesse alla comune
sopravvivenza ed in cui il professore di Volturara non sembra trovare
spazio: se in fase di costituzione del Conte bis il pd diceva di non
volergli confermare l’incarico, l’etichetta pentastellata è stata
chiaramente rifiutata dall’inquilino di Palazzo Chigi.
Il Presidente che – secondo
indiscrezioni – ha avuto più incontri (privati) con la figlia di Alcide
de Gasperi durante i quali, come ha raccontato la stessa Maria Romana,
“si è limitato ad ascoltare e a prendere appunti”; nel pomeriggio della
sua visita in Irpina, terra di democristiani da sempre (e forse per
sempre) ha tenuto a battesimo il progetto “Borgo 4.0 – dalla tecnologia
sostenibile a un nuovo umanesimo – “e dove ha ricevuto il saluto (e la
benedizione) dei padroni di casa (democristiani della prima ora) Ciriaco
De Mita, Presidente del Consiglio per la Dc già Presidente della
Bicamerale per le Riforme Costituzionali, oltre a quello di esponenti
regionali della tradizione democratica-cristiana e popolare Gerardo
Bianco, Nicola Mancino, Giuseppe Gargani, Ortensio Zecchino, Enzo De
Luca, Mario Sena.
Un altro passo verso quella Dc scomparsa
e che starebbe tracciando nuovamente la via (già battuta dai veterani) –
anche per Conte - da seguire qualora decidesse di intraprendere un
“suo” percorso politico, che forse insiste sulla stessa via percorsa
dallo scudo crociato per cui non è stato trovato un degno successore e
rappresentante. O almeno non ancora.
Un vero banco di prova l’imminente corsa
a Palazzo Santa Lucia inserita in un progetto di più ampio respiro che
punti direttamente ai palazzi romani. Che potrebbero essere non troppo
distanti, nemmeno in termini temporali (o almeno si spera): e se
dovessero togliere il voto ai sessantenni?
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